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Metodo perturbativo

Supponiamo che l'hamiltoniano possa essere scritto in forma

\begin{displaymath}
H = H_0 + V
\end{displaymath} (5.1)

dove $H_0$ è un ``hamiltoniano di riferimento'' i cui autostati si suppone noti:
\begin{displaymath}
H_0 \psi_m^0 = E_m^0 \psi_m^0
\end{displaymath} (5.2)

e $V$ una ``perturbazione'' che supporremo piccola, e indipendente dal tempo. Supporremo inoltre che non vi sia degenerazione, ossia che gli $E_m^0$ siano tutti diversi (il caso in cui vi è degenerazione si può pure trattare senza troppa difficoltà).

Consideriamo le soluzioni del problema completo:

\begin{displaymath}
H \psi_n = E_n \psi_n
\end{displaymath} (5.3)

Poichè le $\psi_m^0$ costituiscono un insieme completo, è di certo possibile espandere le $\psi_n$ secondo
\begin{displaymath}
\psi_n = \sum_m a_{nm} \psi_m^0
\end{displaymath} (5.4)

Con questa posizione la (5.3) diventa
\begin{displaymath}
\sum_m a_{nm} (H_0 + V) \psi_m^0 = \sum_m a_{nm} E_n \psi_m^0
\end{displaymath} (5.5)

da cui
\begin{displaymath}
\sum_m a_{nm} V \psi_m^0 = \sum_m a_{nm} ( E_n - E_m^0 ) \psi_m^0
\end{displaymath} (5.6)

Moltiplichiamo a sinistra per $\psi_k^{0*}$ e integriamo. Utilizziamo per brevità la notazione di Dirac
\begin{displaymath}
\langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_m^0 \rangle \equiv
\int \psi_k^{0*} \psi_m^0   dv
\end{displaymath} (5.7)

(integrato su tutte le coordinate). Si ottiene, sfruttando l'ortonormalità delle $\psi_m^0$,
\begin{displaymath}
\sum_m a_{nm} \langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_m^0 \rangle =
a_{nk} ( E_n - E_k^0 )
\end{displaymath} (5.8)

Fino a questo momento non è stata effettuata alcuna approssimazione. Poniamo ora
$\displaystyle E_n$ $\textstyle =$ $\displaystyle E_n^0 + \epsilon_n$ (5.9)
$\displaystyle a_{nm}$ $\textstyle =$ $\displaystyle \delta_{nm} + \alpha_{nm}$ (5.10)

ottenendo
$\displaystyle \langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle
+ \sum_m \alpha_{nm} \langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_m^0 \rangle$ $\textstyle =$ $\displaystyle ( \delta_{nk} + \alpha_{nk} ) ( E_n^0 - E_k^0 + \epsilon_n )$ (5.11)
  $\textstyle =$ $\displaystyle \epsilon_n \delta_{nk} + \alpha_{nk} ( E_n^0 - E_k^0 + \epsilon_n )$ (5.12)

e supponiamo che $\epsilon_n$ e $\alpha_{nm}$, assieme agli integrali (5.7), siano delle quantità piccole. Approssimiamo al primo ordine (eliminando cioè tutti i termini di ordine successivo al primo):
\begin{displaymath}
\langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle = \epsilon_n \delta_{nk}
+ \alpha_{nk} ( E_n^0 - E_k^0 )
\end{displaymath} (5.13)

Nel caso $k=n$ abbiamo
\begin{displaymath}
\epsilon_n = \langle \psi_n^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle
\end{displaymath} (5.14)

Questo è un risultato molto importante, che ci permette di ottenere rapidamente una stima del cambiamento di autovalore conseguente a una perturbazione mediante integrali sugli stati imperturbati. Il caso $k\ne n$ ci dà
\begin{displaymath}
\alpha_{nk} = \frac{\langle \psi_k^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle}
{E_n^0 - E_k^0}
\end{displaymath} (5.15)

che pure ha una interpretazione fisica: uno stato $\psi_n$ è ottenuto come ``miscela'' degli stati imperturbati, di cui $\psi_n^0$ costituisce l'ingrediente fondamentale, e in cui gli altri $\psi_k^0$ appaiono con coefficienti proporzionali all'"accoppiamento" tra $\psi_n^0$ e $\psi_k^0$ attraverso la perturbazione, e inversamente proporzionali alla differenza di energia.

Notiamo che al primo ordine deve essere $\alpha_{nn} = 0$. Infatti

\begin{displaymath}
1 = \langle \psi_n\vert\psi_n \rangle =
\sum_m \vert\delta_{...
...1 + \alpha_{nn}\vert^2 + \sum_{m\ne n} \vert\alpha_{nm}\vert^2
\end{displaymath} (5.16)

Al primo ordine il membro a destra è $1 + 2\alpha_{nn}$, da cui l'asserto.

Riassumendo, i risultati della teoria delle perturbazioni non dipendenti dal tempo al primo ordine sono

$\displaystyle E_n$ $\textstyle =$ $\displaystyle E_n^0 + \langle \psi_n^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle$ (5.17)
$\displaystyle \psi_n$ $\textstyle =$ $\displaystyle \psi_n^0 +
\sum_{m\ne n} \frac
{ \langle \psi_m^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle }
{ E_n^0 - E_m^0 } \psi_m^0$ (5.18)

È naturalmente possibile sviluppare la teoria delle perturbazioni ad ordini più elevati. Ad esempio al secondo ordine si trova

\begin{displaymath}
E_n = E_n^0 + \langle \psi_n^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle...
...i_m^0 \vert V\vert \psi_n^0 \rangle\vert^2 }
{ E_n^0 - E_m^0 }
\end{displaymath} (5.19)



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furio 2002-02-24