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Il valore medio del prodotto di operatori dipende dall'ordine
in cui gli operatori vengono applicati.
Prendiamo ad esempio una coordinata e il momento ad essa
coniugato , e calcoliamo il valor medio del prodotto
nella rappresentazione delle coordinate:
ovvero
|
(3.66) |
dove con la notazione indichiamo l'operatore
che chiameremo commutatore tra e .
Diremo che e commutano quando il loro commutatore
è nullo, ossia quando è indifferente l'ordine con cui sono
applicati su uno stato. Come abbiamo appena visto questo non
è sempre vero.
Il risultato (3.66) non dipende dallo stato, ed è quindi
una identità a livello di operatore:
|
(3.67) |
(dove si è aggiunto l'indice in per sottolineare che
si tratta dell'impulso coniugato a ).
Si può far vedere che le variabili come e che
non commutano sono quelle non misurabili simultaneamente.
Invece,
|
(3.68) |
(non vi sono vincoli alla determinazione
simultanea di diverse coordinate di posizione),
|
(3.69) |
(lo stesso per gli impulsi), e
|
(3.70) |
(lo stesso per la coordinata in una direzione e
l'impulso in un'altra).
In generale, date due quantità osservabili e
rappresentate in meccanica quantistica da operatori,
rappresenta il limite
inferiore al prodotto
, dove
e sono gli scarti quadratici medi
di misure effettuate simultaneamente su queste due variabili.
Si tratta di una versione più generale del principio di
indeterminazione. Se e non commutano, è
impossibile determinarle entrambe simultaneamente con
precisione assoluta.
D'altra parte, si può vedere che se è un
autostato comune di e :
|
(3.71) |
(dove e sono gli autovalori, ossia dei semplici numeri) allora
|
(3.72) |
e
|
(3.73) |
sono uguali, ossia .
Se questo è vero per un insieme completo di autostati
(ad esempio, per tutte le autofunzioni dell'energia ),
allora ne segue necessariamente . Si può dimostrare
che è vero anche l'inverso: se e commutano, allora
hanno un insieme completo di autostati in comune.
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furio
2002-02-24