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Il valore medio del prodotto di operatori dipende dall'ordine
in cui gli operatori vengono applicati.
Prendiamo ad esempio una coordinata
e il momento ad essa
coniugato
, e calcoliamo il valor medio del prodotto
nella rappresentazione delle coordinate:
ovvero
![\begin{displaymath}
\langle xp - px \rangle = \langle [x,p] \rangle = i\hbar
\end{displaymath}](img337.gif) |
(3.66) |
dove con la notazione
indichiamo l'operatore
che chiameremo commutatore tra
e
.
Diremo che
e
commutano quando il loro commutatore
è nullo, ossia quando è indifferente l'ordine con cui sono
applicati su uno stato. Come abbiamo appena visto questo non
è sempre vero.
Il risultato (3.66) non dipende dallo stato, ed è quindi
una identità a livello di operatore:
![\begin{displaymath}[x,p_x]= i\hbar
\end{displaymath}](img342.gif) |
(3.67) |
(dove si è aggiunto l'indice
in
per sottolineare che
si tratta dell'impulso coniugato a
).
Si può far vedere che le variabili come
e
che
non commutano sono quelle non misurabili simultaneamente.
Invece,
![\begin{displaymath}[x,y]=0
\end{displaymath}](img344.gif) |
(3.68) |
(non vi sono vincoli alla determinazione
simultanea di diverse coordinate di posizione),
![\begin{displaymath}[p_x,p_y]=0
\end{displaymath}](img345.gif) |
(3.69) |
(lo stesso per gli impulsi), e
![\begin{displaymath}[x,p_y]=0
\end{displaymath}](img346.gif) |
(3.70) |
(lo stesso per la coordinata in una direzione e
l'impulso in un'altra).
In generale, date due quantità osservabili
e
rappresentate in meccanica quantistica da operatori,
rappresenta il limite
inferiore al prodotto
, dove
e
sono gli scarti quadratici medi
di misure effettuate simultaneamente su queste due variabili.
Si tratta di una versione più generale del principio di
indeterminazione. Se
e
non commutano, è
impossibile determinarle entrambe simultaneamente con
precisione assoluta.
D'altra parte, si può vedere che se
è un
autostato comune di
e
:
 |
(3.71) |
(dove
e
sono gli autovalori, ossia dei semplici numeri) allora
 |
(3.72) |
e
 |
(3.73) |
sono uguali, ossia
.
Se questo è vero per un insieme completo di autostati
(ad esempio, per tutte le autofunzioni dell'energia
),
allora ne segue necessariamente
. Si può dimostrare
che è vero anche l'inverso: se
e
commutano, allora
hanno un insieme completo di autostati in comune.
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furio
2002-02-24