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Vogliamo ora dimostrare che dato un operatore , e definito
l'operatore in modo tale che per ogni stato dipendente
dal tempo si abbia
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(3.74) |
ossia il valor medio di sullo stato sia pari alla
derivata temporale del valor medio di sullo stesso stato,
allora vale la importante relazione
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(3.75) |
Questa relazione ci permette di identificare facilmente le
quantità conservate, che cioè non variano nel tempo:
sono quelle che commutano con l'hamiltoniano.
Per dimostrarlo, consideriamo la (3.47) per
il valor medio di su uno stato espanso in termini
di autofunzioni dell'energia, e deriviamola rispetto al tempo,
ottenendo così
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(3.76) |
Questo ci consente di identificare gli elementi di matrice
dell'operatore :
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(3.77) |
(questo fa sì che la (3.47) valga
anche per questo operatore, come deve essere!).
Costruiamo ora invece l'elemento di matrice dell'operatore
:
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(3.78) |
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(3.79) |
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(3.80) |
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(3.81) |
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(3.82) |
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(3.83) |
Confrontando la (3.77) con la (3.83) vediamo che
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(3.84) |
Ma se questo vale per tutti gli elementi di matrice, l'uguaglianza
deve avvenire a livello di operatore, ossia la
(3.75) deve essere vera.
Siamo ora in posizione di comprendere cosa dobbiamo fare per
classificare in un modo utile gli stati di un sistema quantistico.
- La prima cosa da fare è cercare gli autovalori
dell'hamiltoniana . Questo ci fornisce dei numeri
quantici utili ai fini della classificazione. Sappiamo
che gli autostati di sono stazionari [vedere
(2.8)], quindi questi numeri quantici non
variano nel tempo: sono buoni numeri quantici.
- Possono però esserci delle degenerazioni: ad un certo
possono corrispondere diversi stati. Questi stati
differiranno per altri numeri quantici, che vorrei
saper determinare.
- Devo allora cercare un altro operatore che commuti con :
. Questo garantisce che i suoi autovalori siano
costanti nel tempo; e anche che siano determinabili
con esattezza e simultaneamente agli autovalori di .
- Un solo operatore addizionale potrebbe non bastare a
classificare gli stati. Cercherò allora un altro operatore
, che deve soddisfare anch'esso a .
Ma non basta! Occorre anche che sia . Se così non
fosse, non potrei determinare simultaneamente gli autovalori
di e di , e quindi un tale schema sarebbe inutile ai
fini della classificazione.
- Ripeto il procedimento finchè sono riuscito a classificare
tutti gli stati, e non esistono altri operatori che commutino
con e tutti gli altri.
- Ho allora costruito un insieme di osservabili che determina
univocamente lo stato del sistema.
Nel caso dell'atomo di idrogeno, come si vedrà, si utilizzano
quattro operatori: , , e , discussi in seguito.
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furio
2002-02-24