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Valori medi

Uno dei postulati della meccanica quantistica è che il valore medio di una qualsiasi grandezza fisica funzione delle coordinate generalizzate e dei corrispondenti impulsi, $F(q,p)$, si ottiene costruendo un operatore differenziale dove ad ogni impulso $p_i$ nell'espressione classica si sostituisce $-i \hbar \partial/\partial q_i$. Il valore medio di questa grandezza su uno stato descritto dalla funzione d'onda $\Psi(q,t)$ sarà allora dato da

\begin{displaymath}
\langle F\rangle = \int \Psi^* F \Psi dq
\end{displaymath} (3.35)

dove $F$ opera sulla funzione che sta alla sua destra, e l'integrazione è effettuata su tutte le coordinate del sistema.

Se $F$ è solo funzione delle coordinate, questa regola non è sorprendente: ci dice che il valore medio è $\int F(q) \vert\Psi\vert^2 dq$, ossia una normale media pesata sulla densità di probabilità. La situazione più interessante riguarda le dipendenze dagli impulsi. Consideriamo ad esempio l'energia cinetica $T$ per una particella in tre dimensioni: $T(p)=p^2/2m$. Applicando la regola, otteniamo

\begin{displaymath}
\langle T\rangle = -\frac{\hbar^2}{2m}
\int \Psi^* \nabla^2 \Psi   dx  dy  dz
\end{displaymath} (3.36)

dove
\begin{displaymath}
\nabla^2 = \frac{\partial^2}{\partial x^2}
+ \frac{\partial^2}{\partial y^2}
+ \frac{\partial^2}{\partial z^2}
\end{displaymath} (3.37)

Nel caso di una particella libera, l'energia cinetica è l'intero hamiltoniano e quindi l'equazione di Schrödinger è

\begin{displaymath}
-\frac{\hbar^2}{2m} \nabla^2 \Psi({\bf r}, t) =
i\hbar \frac{\partial \Psi}{\partial t}
\end{displaymath} (3.38)

con soluzione (a meno di un fattore di normalizzazione)
\begin{displaymath}
\Psi({\bf r}, t) = {\rm e}^{i({\bf k}\cdot {\bf r} -Et/\hbar)}
\end{displaymath} (3.39)

dove $E$ è una costante, e ${\bf k}$ un vettore costante legato ad $E$ da
\begin{displaymath}
\frac{\hbar^2 k^2}{2m} = E
\end{displaymath} (3.40)

La (3.39) rappresenta un'onda piana che si propaga lungo la direzione del vettore d'onda ${\bf k}$, con lunghezza d'onda $\lambda= 2\pi/k$ e frequenza $\omega=E/\hbar$.

Applichiamo a questo caso il metodo per trovare l'impulso dell'onda, ad esempio lungo la direzione $x$:

\begin{displaymath}
\langle p_x \rangle = -i \hbar
\int \Psi^*({\bf r}, t) \fra...
...artial}{\partial x}
\Psi({\bf r}, t)  dx dy dz
= \hbar k_x
\end{displaymath} (3.41)

In realtà una soluzione del genere ha un impulso ben definito, ossia è una autofunzione dell'operatore impulso. Il punto fondamentale è che mentre l'informazione relativa alle coordinate si trova nelle ampiezze delle funzioni d'onda, l'informazione relativa agli impulsi si trova nelle fasi. Gli operatori differenziali in pratica accedono alla fase.


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furio 2002-02-24